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Volevano vendere il costume di Anna Frank per Halloween: ecco cosa è successo dopo
A eventi del genere non è mai preparati, pensate di essere alla ricerca del costume di Halloween e di imbattervi nel costume di Anna Frank, sì, proprio l’Anna Frank vittima dell’Olocausto, cosa fareste?
Il popolo del web si divide mentre i diretti interessati corrono ai ripari giustificandosi con dichiarazione che suonano più come banali scuse, ed eliminando il vestito dal sito, mentre dalla società britannica che ha prodotto l’abito tutto tace.
Scuse a cui si vorrebbe credere
Ross Walker Smith il pubblicitario di Fun.com, società madre del sito incriminato HalloweenCostumes.com, giustifica su Twitter la scelta di vendere questo costume dicendo che il sito non si occupa esclusivamente di vestiti per Halloween, ma anche di progetti teatrali o scolastici, infatti ci sono molte altre figure storiche e politiche oltre ad Anna Frank.
Qualcuno però gli ricordi che il costume in questione era palesemente classificato come “costume di Halloween per ragazze” sul sito, un tragico e innocuo errore anche quello?
Smith comunque si scusa pubblicamente anche su ABC News: “Vorremmo scusarci per qualsiasi offesa che abbiamo causato. Visti i feedback dei nostri clienti e del pubblico che ha seguito la vicenda, che prendiamo molto sul serio, abbiamo scelto di fermare subito la vendita di questo costume. Ancora una volta, ci scusiamo per questo errore di giudizio.”
I contro
Poi però interviene anche Jonathan A. Greenblatt, amministratore delegato dell’Anti-Defamation Leaugue, dichiara sempre a ABC News, che è molto contento che l’azienda abbia deciso di rimuovere il vestito, ma resta comunque assurdo che qualcuno abbia pensato veramente che vestirsi da Anna Frank per Halloween fosse un’idea intelligente.
Aggiunge anche: “Questo episodio che non doveva assolutamente accadere dimostra che abbiamo ancora molto da fare per educare le persone su quello che è successo durante l’Olocausto, per ricordare che questo evento non dovrebbe mai essere banalizzato.”
Tra i contro abbiamo anche Rob McDowall, presidente dell’associazione no profit Welfare Scotland, si è dichiarato fortemente contro la vendita di questo costume, “esiste sicuramente un mercato molto attivo per la vendita di vestiti storici per le rappresentazioni” aggiunge “ma non è questo il caso, il vestito di Anna Frank era tra chiaramente inserito come costume per Halloween, invitando la gente a vestirsi come una vittima dell’Olocausto.”
I pro
Il bello dei social è che dà a tutti la possibilità di esprimere la propria opinione, e sul costume di Halloween di Anna Frank si è dibattuto parecchio, tra questi ci sono anche quelli a favore della vendita. Una mamma su Twitter dichiara che sarebbe felice se le sue figlie le chiedessero di vestirsi da Anna Frank piuttosto che da principesse, prendere come esempio una figura femminile così forte e importante sarebbe fonte di orgoglio.
A lei si sono unite molte altre voci che vedono nella vendita di questo costume la valorizzazione del coraggio di una giovane donna, non ritenendosi per nulla offese, in risposta a chi ha definitivo il vestito “disgustatamene volgare“.
Il costume è ancora in vendita
A poco sono servite le innumerevoli critiche lanciate a HalloweenCostumes.com visto che lo stesso costume è ora in vendita su candyapplescostumes.com etichettato come “Child’s 1940s Girl Costume“, l’azienda britannica Smiffys che produce l’abito non ha mai commentato l’episodio.
Se aguzziamo bene la vista però accanto al costume compare una nota per il consumatore:
“Questo costume ha ricevuto l’attenzione nelle notizie di recente perché potrebbe essere indossato per rappresentare Anne Frank. Mentre l’intento originale di questo costume era quello di rappresentare bambini britannici come Lucy, protagonista de “Il Leone, la Strega e l’Armadio”, lo vendiamo da anni a entrambi i bambini che vogliono indossarlo per i loro rapporto con i libri Narnia o Il diario di Anne Frank.”
In pratica loro per realizzarlo si sono ispirati a Lucy de Le Cronache di Narnia, ma nulla vi vieta di indossarlo come costume di Anna Frank, non suona ancora peggio così? Inoltre teniamo presente che il vestito in questione non azzecca nemmeno i colori dell’ Continua:
“Accanto a Harriet Tubman, Amelia Earhart e Laura Ingalls Wilder, questo costume offre alle ragazze un‘opzione, una donna iconica che può emulare durante la giornata degli Eroi nella storia della scuola. I costumi storici per i ragazzi sono abbondanti. Per le ragazze, sono ancora purtroppo pochi. Stiamo cercando di cambiare questo, un costume alla volta.
Comprendiamo comunque che l’impatto è maggiore dell’intenzione e accolgono i tuoi feedback, nella giusta formulazione, per esprimere più chiaramente lo scopo di questo costume.”
Coscienza lavata giocando la carta del Girl Power nel settore dei costumi, azione lodevolissima che qui ha lo stridente suono di unghie che strisciano sui vetri su cui si stanno arrampicando. È vero che le bambine hanno bisogno di modelli forti a cui ispirarsi, hanno bisogno di sapere che nella storia ci sono state tante donne coraggiose che ci hanno reso quello che siamo, ma non hanno bisogno di banalizzare un evento come l’Olocausto.
Anna Frank diventa qui una classica bambina degli anni ’40, come è possibile che nel 2017 la consapevolezza storica sia ancora a questi livelli?