Lavoro e formazione
Sapevate che gli spostamenti di lavoro valgono come orario di ufficio?
Voi lo sapevate che gli spostamenti di lavoro valgono come orario di ufficio?
L’orario d’ufficio include i tempi di spostamento da casa al luogo di lavoro, o almeno al luogo dove ci si incontra con un cliente. Lo ha confermato la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, risolvendo un ricorso presentato quattro anni fa contro un’azienda spagnola.
Tutto è cominciato nel 2011, quando le ditte madrilene Tyco Integrated Security e Tyco Integrated Fire & Security, attive nel settore antifurto e antincendio, hanno chiuso tutti gli uffici regionali e sostituito a essi una rete di tecnici dislocati sul territorio nazionale, muniti di furgoni e automobili di servizio. Il problema è sorto nel momento in cui la società ha deciso di considerare come “tempo di riposo” i periodi di transito dei dipendenti dal domicilio al primo cliente, e il rientro a fine giornata. Non è poco, considerando che questi tragitti possono arrivare a coprire un centinaio di chilometri e fino a tre ore di tempi di percorrenza; prima della chiusura degli uffici, l’inizio del giorno lavorativo era calcolato a partire dall’arrivo sul posto del dipendente, cui era consegnata una lista degli appuntamenti per la giornata. Il sindacato Comisiones Obreras si è quindi appellato alla Corte europea.
La sentenza è infine arrivata il 10 settembre del 2015: durante gli spostamenti, i dipendenti restano a disposizione del datore di lavoro e non sono liberi di disporre a piacimento del loro tempo e perseguire i loro interessi personali, e i trasferimenti stessi, così come la chiusura degli uffici regionali della Tyco, sono una decisione dell’azienda e non dei lavoratori. Quindi, i tempi di percorrenza valgono come orario di lavoro.
La validità della sentenza è limitata ai dipendenti senza luogo di lavoro fisso e precisa che costringere i lavoratori a farsi carico della scelta del loro datore di lavoro sarebbe contrario all’obiettivo di tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori perseguito dalla direttiva, nel quale rientra la necessità di garantire ai lavoratori un periodo minimo di riposo.