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Come coltivare i semi di cannabis autofiorenti

Sono tantissime le persone che decidono di iniziare in casa a coltivare semi di cannabis. Come forse già sai, il mondo dei semi di marijuana è caratterizzato da numerose sfaccettature. Una delle più interessanti riguarda i semi autofiorenti. La loro caratteristica principale è la possibilità di crescere rapidamente senza vincoli con il ciclo di luce. Questo significa, in poche parole, che non si tratta di semi fotoperiodici. Sono diversi i vantaggi da chiamare in causa quando li si nomina e, oltre a quello appena ricordato, è doveroso citare la sostanziale semplicità di coltivazione.

Se sei alle prime armi e vuoi iniziare un raccolto di cannabis light in casa, sono la scelta giusta. Se ti stai chiedendo come coltivarli, nelle prossime righe abbiamo raccolto alcuni consigli pratici che potrebbero esserti utili.

Acquista i semi

Il primo passo da compiere consiste ovviamente nell’acquistare i semi. Questo non è un problema! Sono infatti numerosi gli e-commerce e i negozi fisici in Italia che li vendono. Essendo perfetti per i principianti, sono stati investiti da un notevole successo commerciale.

Prepara il terriccio

Dopo aver scelto i semi, arriva il momento di preparare il terriccio. Quando si chiama in causa questo step, è necessario impegnarsi un attimo dal momento che bisogna mettere in primo piano diverse materie prime.

Il terriccio ideale per i semi di cannabis autofiorenti è un mix tra torba, perlite, vermiculite. Entrando nel vivo della composizione, facciamo presente l’importanza di includere tre parti del primo ingrediente, tre anche del secondo, due del terzo e una parte del quarto. Un consiglio che diversi esperti danno prevede il fatto di aggiungere anche una tipologia di pellet specifica per il rilascio nel terreno di sostanze nutritive. In questo modo, si dà costante spazio a un adeguato apporto di minerali funzionali per la crescita della pianta.

Fai attenzione alla temperatura e all’umidità

Anche se i semi autofiorenti sono molto semplici da coltivare, esistono comunque delle regole da prendere in considerazione. Tra queste, spicca la necessità di fare attenzione alla temperatura e all’umidità. I parametri in merito cambiano a seconda del momento del ciclo  di crescita. Giusto per fare un esempio, ricordiamo che, nel momento in cui dopo aver piantato i semi si nota l’arrivo della plantula, è necessario considerare un range di temperatura compreso tra i 22 e i 25°C. Cosa dire, invece, in merito all’umidità? Che deve essere compresa tra il 70 e il 90% (umidità relativa, attenzione).

Come già accennato, i valori cambiano a seconda del periodo del ciclo di crescita con il quale si ha a che fare. Dopo tre settimane circa, inizia la cosiddetta fase vegetativa. Nel corso di quest’ultima, i semi autofiorenti hanno bisogno di una temperatura di circa 20°C.  L’umidità relativa, invece, deve essere pari al 50% circa.

La suddetta fase vegetativa ha una durata che può andare dalle 2 alle 4 settimane. Gli esperti consigliano anche a chi parte da zero di procurarsi per questo periodo del ciclo di crescita uno stimolatore di radici.

Inoltre, le procedure di irrigazione dovrebbero essere caratterizzate da un’alternanza tra l’utilizzo esclusivo di acqua e il ricorso al mix acqua e fertilizzante.

Quando la fase vegetativa raggiunge un livello avanzato, l’umidità relativa può essere abbassata al 45%. Per quel che concerne la temperatura, va benissimo tenerla attorno ai 20°C.

Come comportarsi quando si avvicina la fase di fioritura

Quando si avvicina la fase di fioritura, ci sono dei piccoli accorgimenti da mettere in primo. Tra questi, rientra il fatto di procedere al lavaggio delle radici attraverso un’abbondante innaffiatura delle stesse. Si tratta di uno step semplice ma di grande importanza. Grazie ad esso, infatti, è possibile eliminare qualsiasi traccia di fertilizzante e, nel momento in cui si inizierà a utilizzare il frutto delle proprie fatiche, apprezzare dei sentori più gradevoli.

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